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È davvero tutto una novità quello che trovi oggi nel mondo dei simulatori di guida? Scopri perché non lo è affatto

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Attenzione: il contenuto potrebbe indurre rabbia.

Oggi voglio svelarti i segreti che si celano dietro alle aziende che producono simulatori di guida in Italia (e che nessuno ti ha mai detto sapendo che potrebbe ritorcersi contro di lui).

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Filippo e Raimondo durante l’estrusione della carrozzeria del primo F1Driving nel 2003

La simulazione nel mondo dell’intrattenimento, checché ne puoi pensare, è ancora allo stato dell’età della pietra ed ancorata a idee uscite dalla mia testa e dalla mia penna nel lontano 2003 e che, in varie salse e condimenti, sono state riproposte  da molti  altri.

Il nostro paese è, tutto sommato,un mercato in parte vergine nonostante esistano altri competitor sul territorio che, con alterne fortune, si spacciano per “professionisti” e vanno sul mercato con la loro idea “differenziante” (che è differente perché la propongono secondo il loro punto di vista rispetto a quello originale e non perché è una cosa mai pensata prima).

In Italia esistono diverse realtà che, a partire da fine 2009 in poi, hanno intrapreso il business della simulazione di guida pur non avendo molta esperienza (o nessuna per alcuni) in questo campo. Ma su questo argomento ci torneremo nel prosieguo del mio sproloquio (eh si perché per molti lo sarà.. molti diranno che è troppo lungo, molti altri criticheranno ma non importa: chi ha il coraggio di arrivare fino in fondo è il “cliente target” a cui è indirizzato tutto questo blog).

Fino al 2009 erano apparsi in maniera sporadica alcuni esemplari di postazioni “formula” più o meno appariscenti (alcuni anche veramente belli) che non portavano però alcun valore aggiunto poichè le periferiche di guida dell’epoca erano veramente scadenti e chi entrava in questo mercato non sapeva come muoversi, quale software utilizzare e cosa proporre davvero ai suoi clienti per rendere il simulatore un oggetto appetibile. Risultato?

Molti, oggi, non esistono più mentre altri si sono reinventati come aria fritta (e fanno altri mestieri)

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Dinamika Consulting – Società di consulenza di sole donne (2005)

Ovviamente, in quegli anni, c’era moltissima diffidenza (per altro giustificata) perché il business del simulatore non era ancora visto come oggetto utile per svariate opportunità bensì solo una grossa Playstation che, nella mente dei marketer delle aziende di “sta minchia”, rappresentava un gioco da mettere in un angolo per far divertire qualche cliente e nulla più e, valorizzarlo, era considerato una perdita di tempo salvo rare eccezioni di aziende a dirigenza femminile che ci vedevano lungo (chi dice che alle donne non piace “lungo” non ha proprio capito un c.. ehm tubo.)

Erano tutti “Espertoni” che dicevano: “non avrà mai successo, è un gioco e interessa solo ai bambini” e bussare alle porte delle aziende, suonare campanelli e rompere gli zebedei ai pochi contatti che trovavo nelle fiere in cui ho partecipato investendo del mio per far conoscere il prodotto, era diventato il mio sport primario così come era ricevere la risposta “bello ma non credo possa funzionare” finché, un giorno, non ho avuto la brillante idea: perché non portare il simulatore in pista? È stata la genialata della vita! (… e che oggi fanno diverse aziende pensando di essere innovative) 

Ferrari Challenge - Hospitality Composite - MIK Corse -Playteam

Ferrari Challenge: Hospitality Composite – MIK Corse – Playteam (2005)

Il primo anno mi sono fatto un culo a pendolo (già, a pendolo: metti su/tira giù il simulatore dal furgone facendolo penzolare per appoggiarlo sul carrellino e facendolo scorrere su un tubo di acciaio per ricoverarlo nel pianale era diventata un arte visto che il più delle volte ero da solo) ed ero felice poichè avevo trovato la via giusta per far apprezzare un prodotto che non nasceva per essere un prodotto “tecnico” ma alla portata di tutti

Perciò, nonostante la schiena che faceva sempre più male la determinazione e il sacrificio (soldi ne giravano pochi per cui quando andava bene erano motel di 12° categoria tecnicamente chiamati “trombodromi” e se andava peggio dormivo nel furgone) sono riuscito a conoscere alcune persone giuste, a fare un po’ di vendite ed entrare a gamba tesa nel mercato.

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F1Driving a Fiorano, circuito privato di Ferrari

Si perché la mia faccia sfrontata (volevo scrivere “di merda” ma poi… oops l’ho scritto, va beh)… dicevo, la faccia di merda che mi ritrovo e l’entusiasmo contagioso che trasmettevo, mi ha permesso di conquistare credibilità con Ferrari diventando fornitore per i servizi clienti e a introdurre tantissimi modi di fare business con i simulatori destinati a fare la storia di questo mercato che, ancora oggi, rappresentano la base da cui tutti hanno tratto spunto (leggi COPIATO).

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Virtual Challenge, Campionato Italiano GT insieme a Scuderia PlayTeam e Sara Assicurazioni (2006-2007-2008)

Una di queste idee era il VIRTUAL CHALLENGE (2006/2008), realizzato per la Scuderia PlayTeam insieme a Sara Assicurazioni e derivato dall’idea dell’Autodromo Virtuale partorito nel 2004, dove più simulatori erano collegati tra loro e potevano correre uno contro l’altro.

Non vi sembra di avere già visto questo film? Eppure lo avete visto un po’ dappertutto in tutta Italia e ogni volta c’era più di un simulatore anche se, non sempre, erano i nostri. Attenzione: anche se fa male al portafoglio, da un punto di vista puramente morale provo una enorme soddisfazione così come la provo sapendo che alcuni Team, a cui ho fornito in passato i servizi ai loro piloti, oggi dispongono di simulatori sofisticati per allenamento piloti e ingegneri.

 

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Toni Vilander (Campione del Mondo GT con Ferrari) insieme al nostro staff (2007)

Alla fine del 2006, nonostante fossimo una mezza armata brancaleone, con le persone giuste abbiamo iniziato a lavorare sul software di simulazione e abbiamo cominciato a chiederci se non valesse la pena realizzare il primo simulatore per l’allenamento piloti. Detto fatto, seppur in modo empirico e un po’ arronzato, abbiamo iniziato e nel corso degli anni successivi siamo arrivati a specializzarci sempre di più arrivando al livello attuale dove, nonostante non ci chiamiamo Dallara o Ferrari, la qualità dell’hardware utilizzato (il simulatore), del modello matematico simulato e dell’assistenza di ingegneri professionisti nel motorsport condivisi con il partner Hexathron Racing Systems, rappresenta una eccellenza riconosciuta anche dalla Scuola Federale ACI Sport. 

 

 Pensate siamo i soli a farlo? Assolutamente no. Tolti i due nomi citati pocanzi (Ferrari e Dallara) e pochi team  che hanno il proprio simulatore per usi personali (serio e non un videogame magari installato su uno dei nostri simulatori di millemila anni fa e nato per l’intrattenimento), esistono alcune realtà sul mercato con cui confrontarsi che hanno cercato di spingersi in questo settore pur non avendo le necessarie competenze o avendone alcune e non altre.

Risultato?

Sputtanamento totale del settore seguita da diffidenza all’ennesima potenza da parte di tutti e sfanculamenti vari.

Nel mercato dedicato al Motorsport devi differenziarti attraverso la competenza e credibilità di chi lavora con te perché il target dei clienti è specifico e devi offrire un contenuto altamente professionale mentre,  nel mercato dell’intrattenimento e nonostante ci sia un bacino di clienti/acquirenti elevato ed esistano aziende che lavorano un tanto al chilo, vi è la necessità di offrire al pubblico e alle aziende qualcosa di diverso e non orientato al solo prodotto bensì ad un sistema di business completo e altamente remunerativo.

Puoi avere il simulatore più figo del mondo ma se non ti porta valore, non serve a nulla così come, se vuoi spendere poco, dovrai aspettarti risultati di basso valore ed economici.

Tornando al simulatore piloti, non basta fare una area dedicata  (come fatto da ARC-TEAM dal 2008 in poi) o mettere la struttura operativa in una pista ma devi dare contenuti, idee innovative, benefici e dimostrare che sei capace di farlo attraverso la credibilità e il background che, sapevatelo (l’ho scritto apposta…), il 90% della concorrenza in Italia (e anche all’estero) non ha. 

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Damon Hill pilota Williams F1 sul nostro simulatore a Silverstone

Tra l’altro l’idea del simulatore direttamente in pista, intrapresa fin dal 2009 da ARC-Team dopo che aveva lavorato con la Formula 1 a Silverstone, stava per realizzarsi nel 2013 quando il destino si è portato via, in un brutto incidente in pista, il compianto Andrea Mamè, imprenditore nell’acciaio, che stava acquistando ARC_Team per inserirla nel progetto condiviso con Andrea Rossetti nel parco tecnologico del Circuito di Franciacorta e realizzare ciò che in Inghilterra e altri paesi europei come la Germania esiste già da un pò).

In questi anni ho gettato dei semi che hanno generato piante da frutto in altri giardini e non nel mio (vedi? Mia mamma mi ha sempre detto che non avevo il pollice verde e il pollice me lo sono ficcato su per… da solo) ma non importa: seppur magra resta la soddisfazione di avere aperto una strada che, nonostante tutto, nessuno riesce a percorrere più di un tot mentre per me è già tutto chiaro su cosa succederà nel prossimo futuro e come cambierò questo business indipendentemente dal prodotto/servizio che verrà utilizzato.

In soldoni: se ti sei rotto le balle delle solite cose, hai la capacità finanziaria, te la senti di rischiare e vuoi intraprendere un sentiero “esclusivo” in cui l’esperienza di guida è totalmente differente dai simulatori che usano il solito videogioco da online racing, REGISTRATI nel form più in basso e inizia a fare il primo passo verso il tuo futuro.

Ma a una sola condizione: TU devi essere consapevole che per fare #ladifferenza, non puoi farlo con pochi soldi e poca voglia di farti un mazzo tanto.

Se vuoi SICUREZZE, apriti un bar o un market e hai risolto il tuo problema. 

Essere imprenditore non è sufficiente: se lo fai pensando di ottenere dei risultati con minima spesa, massima resa, ossia la mentalità che ci ha accompagnato negli ultimi anni e che ha fatto sprofondare il nostro paese quando è arrivata la crisi, stai sicuro che ti fai del male.

Oggi l’UNICA SICUREZZA CHE HAI è quella quando ti alzi dal letto e ti accorgi che sei vivo. Fine.

Tutto il resto è una scommessa.

Pensi io sia un pazzo – visionario malato di mente senza un minimo di razionicinio votato al suicidio?

Come la storia insegna senza la necessaria CREDIBILITA’ è più facile cadere che mantenersi in vetta (ed io lo so) quindi, se sbagli il tuo investimento, è solo questione di tempo….

Ecco perchè ho realizzato i simulatori “INTELLIGENTI ED ADATTIVI” BRAINSIM & ADRENASIM:

mi pacerebbe aiutarti ad evitare gli stessi errori di altri ormai usciti dal mercato della simulazione (o prossimi a farlo) grazie a investimenti scosiderati su simulatori che le persone riconoscono SOLO come un videogioco e non come una esperienza che vale al pena di essere ripetuta.

Ora pensaci bene…..

Andrea Rossetti

Esperto nella Simulazione di Guida Professionale

 

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